Il Catarratto è uno dei vitigni a bacca bianca più antichi e diffusi della Sicilia, con una storia che affonda le radici nella tradizione vinicola mediterranea. Apprezzato per la sua versatilità e la capacità di adattarsi a diversi stili di vinificazione, è un elemento fondamentale della viticoltura siciliana. Il nome potrebbe derivare dal termine greco katarraktēs, che significa "cascata", riferendosi forse alla generosità della produzione.

È stato per lungo tempo una delle varietà più coltivate in Italia, contribuendo significativamente alla produzione vinicola siciliana.

Coltivato in tutta la Sicilia, è particolarmente diffuso nella parte occidentale, nelle province di Trapani, Palermo, Agrigento e nel territorio dell’Etna (Etna Bianco DOC), ed è uno dei principali vitigni della denominazione Sicilia DOC. Presente anche nella denominazione Marsala DOC, parte integrante dei blend per la produzione dei vini Marsala, e spesso valorizzato in purezza in vini secchi monovarietali, .

Il Catarratto si divide in due principali biotipi:

  1. Catarratto Bianco Comune, il più diffuso, caratterizzato da un’alta resa e una minore intensità aromatica.

  2. Catarratto Bianco Lucido, meno produttivo, ma più pregiato, con una maggiore concentrazione di aromi e acidità.

La presenza di due biotipi consente ai produttori di scegliere tra rese più elevate o una maggiore concentrazione aromatica.

La foglia è medio-grande, trilobata o pentalobata, con margini ondulati, il grappolo è grande, compatto, di forma conica o cilindrica, con acini medio-grandi, di colore giallo-verde, con riflessi dorati alla maturazione e buccia sottile e resistente.

Tra i produttori iconici che utilizzano questo vitigno ricordiamo Cosumano, Donnafugata, Cantine Florio, Planeta.

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