Vite a piede franco, o vite franco di piede, è il termine tecnico corretto che in enologia indica una vite non innestata, che cresce senza un portainnesto. Tuttavia, in contesti colloquiali o regionali, queste viti non innestate vengono spesso chiamate viti a piede a terra, un termine meno tecnico, ma più evocativo, figurato, che rende bene l'idea di una vite le cui radici sono a contatto diretto col terreno, senza la mediazione di un portainnesto. Le viti innestate hanno invece un punto di giunzione visibile tra il portainnesto e la parte superiore della pianta, tecnicamente detta marza.
Prima della diffusione della fillossera (un parassita devastante delle radici della vite) in Europa nel XIX secolo, tutte le viti erano a piede a terra.
La fillossera della vite (Daktulosphaira vitifoliae), un piccolo insetto parassita appartenente all'ordine degli afidi, originario del Nord America, ha avuto un impatto devastante sulla viticoltura europea nel XIX secolo, distruggendo la maggior parte delle viti europee, circa il 70%, poiché le radici delle viti locali erano particolarmente suscettibili a questo parassita.
Fu una crisi senza precedenti in viticoltura e si trovò una soluzione innestando le viti europee (Vitis vinifera) su portainnesti di vite americana (Vitis labrusca o altre specie), più resistenti alla fillossera. Questo sistema funziona perché i portainnesti americani impediscono all'insetto di danneggiare le radici, mentre la parte superiore della pianta mantiene le qualità produttive e organolettiche tipiche dei vitigni europei.
Oggi la quasi totalità delle viti coltivate in Europa sono innestate e le viti franco di piede sono presenti solo in regioni o suoli dove la fillossera non riesce a sopravvivere, come zone sabbiose o vulcaniche, o in aree particolarmente isolate.
I vini prodotti da viti a piede a terra sono spesso ritenuti particolari, per via di un profilo aromatico unico, si dice che esprimano una maggiore purezza e una connessione più diretta al terroir, e per il fatto che le radici, essendo prive dell'interruzione dell'innesto, sono radici più profonde, possono penetrare più in profondità nel terreno, assorbendo nutrienti e minerali in modo diverso.
Si tratta di un metodo di coltivazione tradizionale e pregiato, apprezzato soprattutto dagli appassionati di vini legati fortemente al territorio. Questo tipo di coltivazione si può trovare ancora in alcune zone grazie a condizioni geologiche, climatiche o ambientali uniche, che impediscono la diffusione della fillossera, come le zone vulcaniche (Sicilia, Campania, Isole Cicladi), o isolate (Canarie, Lipari, Santorini, Madera), o in quota (Valle d'Aosta) o ancora con terreni prevalentemente sabbiosi (Delta del Po, Jerez, Jumilla, Jura, Tokaj, Priorat, Mosella).
Tra i vini italiani provenienti da coltivazioni a piede franco possiamo ricordare il Bosco Eliceo DOC (Emilia-Romagna, vitigno Fortana), il Blanc de Morgex et de La Salle (Valle d'Aosta, vitigno Prié Blanc), il Prephylloxera Etna Rosso DOC (Sicilia, Etna), il Lacryma Christi del Vesuvio DOC (Campania, Vesuvio e Campi Flegrei).
Nel resto d'Europa sono degni di nota l'Assyrtiko ( Santorini), i vini Madeira (Portogallo), i Garnacha e Cariñena del Priorat (Spagna), molti Sherry di Jerez (Spagna, vitigni Palomino Fino, Pedro Ximénez, Moscatel), vini dello Jura, come il Vin Jaune (Francia), alcuni Riesling della Mosella (Germania), il Tokaji Aszú (Ungheria).
