Il tappo a vite negli ultimi anni sta guadagnando sempre più consensi rispetto al tappo in sughero tra i produttori di vino, anche per vini di grande o grandissima qualità e destinati all'invecchiamento.
L’Australia, e in particolare la Hunter Valley, è stata una delle prime regioni al mondo ad adottare massicciamente il tappo a vite (soprattutto dagli anni 2000 in poi), per diversi motivi:
1) Evitare il “cork taint” (odore di tappo)
Il vino può sviluppare un odore sgradevole causato dal TCA (tricloroanisolo), una molecola presente nel sughero naturale contaminato ed il tappo a vite elimina completamente questo rischio.
2) Conservazione più stabile
Il tappo a vite è più ermetico e permette un invecchiamento controllato e più prevedibile, perfetto, ad esempio, per vini come il Sémillon, che invecchiano molto bene anche per 20-30 anni sotto screw cap.
3) Approccio moderno e pratico
Il tappo a vite facilita l'apertura (niente cavatappi) e ciò è riconosciuto e molto apprezzato dai consumatori australiani e da buona parte del mondo anglosassone.
Il tappo in sughero è invece profondamente radicato nella cultura vinicola europea, dove è visto come segno di qualità ed artigianalità. Moltissimi consumatori europei associano il tappo a vite a vini economici, anche se questo non è più vero dal punto di vista tecnico.
Esistono inoltre ragioni economiche e meramente di marketing.
I tre paesi europei maggiori produttori di vino si trovano vicini alle maggiori aree di produzione di sughero al mondo e l'industria del sughero è un settore economico importante, con una forte componente ecologica: il sughero è naturale, rinnovabile e biodegradabile.
Dal punto vista del marketing, le aziende vinicole europee mirano ad un pubblico che si aspetta il tappo in sughero, soprattutto nei mercati di lusso, e non hanno alcun interesse ad affrontare i rischi di scelte differenti, anche nella convinzione che il tappo a vite possa offrire risultati di conservazione migliori.
Infine, c'è una importante componente emotiva, infatti nei vini da collezione ed invecchiamento (ad es. Barolo, Bordeaux, Rioja Gran Reserva), e nella ristorazione, il tappo in sughero è visto come parte del rito, irrinunciabile, mentre il tappo a vite viene percepito come "inferiore", adatto a vini "da supermercato".
Dunque nella Vecchia Europa il tappo in sughero vince, soprattutto per preconcetto, scarsa abitudine e resistenza al cambiamento.
Ma le cose stanno cambiando anche in Europa, dove molte aziende, in denominazioni meno tradizionali, stanno iniziando ad utilizzate "screw cap".
Ad esempio in Italia abbiamo aziende innovative che utilizzano screw cap per vini eleganti, di alta gamma, allo scopo di garantire una conservazione perfetta del vino.
Vediamo qualche esempio:
-Jermann (Vintage Tunina), in Friuli-Venezia Giulia, è stato uno dei pionieri nell'adozione del tappo a vite per il suo bianco iconico ed elegante.
-Franz Haas (Manna), in Trentino-Alto Adige, ha scelto il tappo a vite per preservare la freschezza e l'integrità aromatica dei suoi eccellenti vini, sottolineando l'importanza di una chiusura che garantisca qualità nel tempo.
-Walter Massa (Derthona Timorasso), noto come il "padre" del Timorasso, in Piemonte, ha adottato il tappo a vite per valorizzare e preservare la peculiarità del suo vino unico.
-Domaine Laroche (Chablis Saint Martin), in Borgogna, è stato un pioniere nell'adozione del tappo a vite, utilizzandolo per preservare l'integrità aromatica dei suoi vini bianchi.
-M. Chapoutier (Belleruche Côtes-du-Rhône Blanc), nella Valle del Rodano, è noto per la sua apertura all'innovazione, adottando il tappo a vite per molti dei suoi vini bianchi al fine di garantire freschezza e longevità.
Questi esempi, ma ce ne sono moltissimi, anche in Spagna, evidenziano come alcuni produttori stiano adottando il tappo a vite, soprattutto per i bianchi, al fine di garantire una migliore conservazione degli aromi e una maggiore praticità per il consumatore.
