ll Nebbiolo, è uno dei vitigni più prestigiosi e rappresentativi d’Italia, grazie alla sua capacità di produrre vini complessi, longevi ed iconici come il Barolo e il Barbaresco.
Il nome deriva probabilmente dalla parola italiana "nebbia", riferendosi alla foschia che spesso copre i vigneti durante la vendemmia, in autunno e alla pruina, una sostanza cerosa che ricopre gli acini, dando loro un aspetto "nebbioso".
Coltivato principalmente in Piemonte (Langhe, Roero, Alto Piemonte), è presente anche in Lombardia (Valtellina, Oltrepò Pavese) e in piccole quantità in Valle d’Aosta.
Viene coltivato anche in alcune regioni del Nuovo Mondo, come California e Australia, ma con risultati sensibilmente diversi.
La Foglia ha dimensioni grandi, forma trilobata o pentalobata, di colore verde intenso.
Il Grappolo è medio-grande, di forma conica, alata, a struttura compatta, con acini di colore blu-nero a buccia spessa e polpa dolce, ricchi di tannini.
Il vitigno esige una lunga stagione di crescita e climi freschi con buona esposizione al sole; la maturazione è tardiva, con vendemmia in ottobre
I vini prodotti con uve nebbiolo hanno colore rosso rubino chiaro e riflessi granati che si accentuano con l'invecchiamento, elevata acidità, e tannini robusti, anch'essi attenuati dall'invecchiamento. La struttura è complessa, con grande persistenza
I terreni migliori sono calcarei, argillosi, e ricchi di minerali, caratteristica che rende perfetti i suoli delle Langhe (Terre Elveziane e Tortoniane).
Il vitigno nebbiolo preferisce climi freschi e collinari, ben esposti al sole ed altitudini tra i 200 ed i 500 metri.
Le denominazioni principali legate a questo vitigno sono in Piemonte: Barolo DOCG, Barbaresco DOCG, Roero DOCG, Gattinara DOCG e Ghemme DOCG, ma ve ne sono anche in Lombardia: Valtellina Superiore DOCG e Sforzato di Valtellina DOCG.
È un vitigno antico, geneticamente stabile, non ha dato origine a molti cloni, impegnativo per sensibilità a territorio e clima.
